The Art Spectator: Il legno di un albero d’ulivo, trovato morto dall’artista in un vivaio di Parma, ispira lo scultore uruguayano Pablo Atchugarry a conferirgli una seconda vita nell’arte. L’artista, famoso per le sue opere scultoree in marmo, rappresentare attraverso quest’opera il suo Paese, l’Uruguay, dove la vita, in senso alto, non smette mai di crescere.
Nato a Montevideo (Uruguay) nel 1954, Pablo Atchugarry può definirsi figlio d’arte: è stato infatti il padre, grande estimatore, in particolar modo della pittura, ad infondergli questa passione, accompagnandolo nei suoi primi passi, ancor prima del passaggio alla scultura che gli conferì la celebrità. Dal 1978 vive e lavora in Italia. Ecco come racconta la genesi dell’opera simbolo del padiglione uruguayano: “cinque o sei anni fa cercavo del legno di ulivo per una scultura. Visitando un vivaio a Parma trovai un albero d’ulivo pluricentenario, mi dissero avesse addirittura 800 anni, lì trapiantato. Era oramai secco e morto e sarebbe diventato legna da ardere. La sua figura mi colpì, era come se mi chiamasse: era una pianta vissuta centinaia di anni ansiosa di raccontare i segreti della sua vita. Così, nella sua morte, ho capito che avrei dovuto dargli una nuova vita, a completamento del ciclo di cui tutti gli esseri viventi fanno parte. Lo feci portare nel mio laboratorio e tempo dopo iniziai a scolpirlo: quella meraviglia della natura era viva e aveva bisogno dell’arte per continuare il suo cammino. Casualmente mi chiesero di poterla esporre ad Expo: lì collocata la scultura, alta 5 metri e 30 centimetri, accoglie tutti i visitatori. L’ho chiamata ‘La vita dopo la vita’ “.
IL PADIGLIONE: